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A rischio leadership olivicola Spagna senza nuove tecnologie

AttualitàA rischio leadership olivicola Spagna senza nuove tecnologie

Convegno dell’Olive Oil World Congress
Roma, 4 nov. (askanews) – Se la Spagna non adotterà nuove tecnologie nel settore oliviolo, potrebbe perdere la propria leadership nel settore, in cui detiene circa il 40% della produzione mondiale. E’ quanto emerso nel corso dell’Olive Oil World Congress (OOWC), che ha organizzato la conferenza intitolata “Trasformazione e innovazione tecnologica nel settore olivicolo e dell’olio d’oliva” con l’obiettivo di evidenziare l’applicazione dei nuovi strumenti tecnici e tecnologici a disposizione del settore olivicolo e di analizzare le proposte disponibili sul mercato per sviluppare innovazioni che consentano al settore di produrre di più con meno, nell’ambiente di cambiamento climatico in cui si trova attualmente questa produzione.
Alla cerimonia di apertura hanno partecipato Juan Gadeo, presidente del Gruppo Interóleo, Javier Olmedo, amministratore delegato della Fundación del Olivar e Ricardo Migueláñez, coordinatore generale dell’OOWC.
Juan Antonio Polo, responsabile del Dipartimento di tecnologia e ambiente dell’olio d’oliva del Consiglio oleicolo internazionale (CIO), ha sottolineato che “gli olivicoltori in Spagna affrontano una grande sfida in termini di integrazione della tecnologia nelle aziende olivicole, dove alcuni fattori, come la struttura, il ricambio generazionale, la disinformazione e i costi, possono rappresentare barriere alla modernizzazione della coltivazione dell’olivo”.
I partecipanti hanno convenuto che la Spagna può infatti mantenere questa leadership solo se il settore continua a trasformarsi dal punto di vista tecnico e tecnologico. Affinché il consumo globale di olio continui ad aumentare, infatti, sono necessarie tecnologie pratiche e un settore produttivo che sia attraente per i giovani.
Polo ha anche ricordato che “l’olio d’oliva rappresenta attualmente solo il 2% del consumo mondiale di grassi vegetali, ma è una coltura che genera ricchezza lungo tutta la filiera nei territori in cui si trova, principalmente nel bacino del Mediterraneo”. Inoltre, negli ultimi anni si è registrata una domanda crescente, giustificata fondamentalmente dai comprovati benefici dell’olio d’oliva per la salute umana e dalla sua facilità di utilizzo in gastronomia”.
Polo ha spiegato che, nella fase agronomica dell’olivicoltura, i progressi tecnologici devono essere focalizzati su una migliore applicazione dell’agricoltura di precisione, attraverso l’uso della sensorizzazione o della robotica, nonché l’uso di dati che consentano statistiche in tempo reale, ad esempio, sulle condizioni in cui si sta sviluppando la coltura in termini di umidità del suolo, utilizzo di nutrienti o salute delle piante.
In breve, dobbiamo migliorare il comportamento biologico del suolo attraverso migliori pratiche agronomiche, che ora sono note come “agricoltura rigenerativa”, ha concluso Polo.

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