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Antibiotico-resistenza, Ivan Gentile (Federico II): “È emergenza sanitaria globale, serve uso consapevole”

NewsAntibiotico-resistenza, Ivan Gentile (Federico II): “È emergenza sanitaria globale, serve uso consapevole”

“Ogni anno nel mondo si stimano circa cinque milioni di decessi associati all’antibiotico-resistenza. Una cifra destinata a superare gli otto milioni nei prossimi decenni se non si interviene subito con politiche più efficaci e una cultura dell’appropriatezza prescrittiva”. È l’allarme lanciato da Ivan Gentile, direttore del Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia e professore ordinario di Malattie Infettive dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, in occasione dell’evento “Verso nuove frontiere degli antimicrobici”, organizzato presso la sede di Biotecnologie dell’Ateneo federiciano.

L’utilizzo inappropriato degli antibiotici, sia in ambito ospedaliero che territoriale, è tra le cause principali: “Assistiamo a un fenomeno preoccupante, l’automedicazione antibiotica – spiega Gentile –. Si assumono antibiotici per influenza, COVID-19 o altre patologie virali per cui questi farmaci non solo sono inutili, ma possono risultare dannosi. L’abuso compromette l’efficacia individuale e collettiva, perché l’antibiotico funziona per il singolo ma può generare un impatto negativo sulla popolazione e sulle generazioni future. Parliamo di un’eredità tossica, che pesa sull’ambiente e sulle persone che devono ancora nascere”.

Il rischio, avverte Gentile, è quello di scivolare in un’era post-antibiotica. “Gli antibiotici continueranno a esistere, ma non saranno più efficaci. E questo è un pericolo enorme: pensiamo alla sepsi, che da sola causa circa 11 milioni di morti l’anno, una malattia che spesso non viene neanche diagnosticata tempestivamente. Dobbiamo preservare l’efficacia di queste armi terapeutiche straordinarie”.

L’altro dato rilevante è che il 90 per cento del consumo di antibiotici avviene sul territorio: “Serve una nuova responsabilità prescrittiva da parte della medicina generale – sottolinea Gentile –. Gli ospedali devono fare la loro parte, ma è sul territorio che si gioca la partita più importante”.

A fare eco è Antonio Cittadini, direttore del Dipartimento di Medicina Interna della Federico II: “La Campania è la regione con i numeri peggiori d’Italia, sia per l’antibiotico-resistenza che per l’obesità. Una situazione che deriva da prescrizioni inappropriate e da un approccio che non valuta le conseguenze dell’iper-prescrizione. Selezionare germi resistenti significa mettere a rischio la vita dei pazienti: è un effetto diretto sulla mortalità”.

 

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