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Turismo radici è chiave per futuro e per “triplicare presenze”

- 15/02/2023

Presentato il progetto in vista dell’anno dedicato nel 2024

Roma, 15 feb. (askanews) – Un turismo sostenibile, che guarda a un bacino di 80 milioni di italiani all’estero ed italodiscendenti, che punta sulla formazione e su un’offerta capace, preparata e strutturata, una strategia per valorizzare e riscopre cultura, lingua e tradizione dell’Italia di oggi. Questo e molto altro è il Turismo delle radici insieme ai progetti ad esso collegati che sono stati presentati oggi alla Farnesina in occasione dell’evento ‘Progetto PNRR. Turismo delle Radici. Una strategia integrata per la ripresa del settore del turismo nell’Italia post Covid-19’ che si è svolto alla Farnesina.

Una strategia che vede coinvolti cinque ministeri e 600 comuni, un ‘gioco di squadra’, come ha dichiarato il ministro degli Esteri e padrone di casa Antonio Tajani, in vista dell’anno del Turismo delle radici che si svolgerà nel 2024 come stabilito dalla Farnesina. In questo anno di avvicinamento i protagonisti saranno i territori, i borghi, i luoghi identitari e legati anche alle tradizioni sparsi in tutta Italia, piccoli tesori da valorizzare grazie alla collaborazione con le amministrazioni locali e i sindaci in prima linea. ‘Il progetto che presentiamo oggi è legato al Pnrr e punta alla crescita del turismo nel nostro Paese guardando non soltanto alle grandi città, perché vogliamo che tanti italiani che vivono all’estero o sono italodiscendenti possano tornare a scoprire dove vivevano i loro nonni. Si tratta di un messaggio di italianità ma anche un messaggio di crescita turistica’, ha detto il ministro degli Esteri sottolineando che ‘per portare a casa il miglior risultato possibile abbiamo bisogno di collaborazione e di gioco di squadra per questo ho chiesto ai ministri del Turismo, dell’Istruzione e dell’Università di darci una mano e la mano ce la devono dare anche gli amminstratori locali’.

Si tratta di un settore che ha ‘una potenzialità enorme’ e che potrebbe consentire ‘raddopiare o triplicare le presenze grazie a una strategia’ che arrichisca l’offerta turistica italiana con la riscoperta di terre che sono al di fuori degli itinerari consueti ma che per l’italiano che cerca le proprie radici sono essenziali, proprio per il loro essere casa e Italia: il Turismo delle radici ‘punta a difendere la nostra identità e a non far dimenticare all’italiano che vive all’estero qual è la sua cultura, la sua identità e la sua lingua’, ha aggiunto Tajani.

‘Con la guornata di oggi abbiamo lanciato definitivamente il progetto del Turismo delle radici un’iniziativa molto importante, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, che vuole coinvolgere gli italiani all’estero e soprattutto gli italodiscendenti all’estero nella riscoperta dei luoghi delle radici, dell’Italia. Non si tratta solo di fare turismo in Italia per gli oltre 80 milioni di italodiscendenti ma anche di venire regolarmente, di scoprire cultura, enogastronomia, territori, artigianato, tutto quello che questo bellissimo Paese ha da offrire. Lo vogliamo fare con tante iniziative, con un’offerta turistica strutturata, preparata, organizzata e adeguata e con l’anno del Turismo delle radici il 2024 che rappresenterà il catalizzatore di tutti gli eventi’, ha detto Luigi Maria Vignali, Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie.

Un progetto che si rivolge a milioni di italodiscendenti e anche ai 6,5 milioni di italiani all’estero, che per metà vivono in Europa, ma che vogliono riscoprire l’Italia al pari degli italiani che hanno scelto di vivere più lontano o che non sono mai stati nella terra di origine dei genitori o dei nonni. La presentazione del progetto è stato ‘un passaggio importante, il processo è iniziato da tempo, ma oggi è stato un momento di rilancio e di sintesi tra amministrazioni e territori. Cinque ministeri, oltre 600 comuni che hanno aderito, tante amministrazioni pubbliche e private come Enit, Unioncamere e la Rai. Da oggi dobbiamo partire con le iniziative concrete che già nel 2023 verranno avviate e che dovrebbero sfociare nel 2024 nell’anno del Turismo delle radici’, ha aggiunto Vignali.

Per la ministra del Turismo Daniela Santanché il Turismo delle radici è ‘un’occasione che non possiamo perdere. Il futuro del turismo italiano non può prescindere dal turismo delle radici, non si può guardare al domani, se non guardiamo alle radici e da dove arriviamo’. Per il ministero del Turismo si tratta di ‘uno snodo cruciale del turismo italiano, perché si rivolge a un bacino di utenza di 80 milioni di persone, italiani di seconda e terza generazione che sentono questo forte richiamo delle proprie origini’.

Prima della pandemia ’10 milioni di italiani all’estero avevano scelto l’Italia’ e anche durante la pandemia ‘sei milioni di italiani all’estero hanno riscoperto’ il Belpaese: un altro punto a favore del settore ‘lunghezza del peridoo di permanenza in Italia che va da sei giorni a oltre una settimana e la spesa di questa fascia di turisti nel 2021 è stata pari a 4,2 miliardi di euro’, ha ricordato la ministra.

Ma l’importanza del turismo delle radici ‘va oltre’, perché ‘c’è anche il tema dell’aumento dei flussi destagionalizzati. È un turismo che non si conosce soltanto d’estate, ma si distribuisce in tutto l’anno’, ha sottolineato il ministro aggiungendo che un altro vantaggio è la spinta sul mercato ‘dei prodotti enogastronomici, dell’artigianato e che porta a rivitalizzare le produzioni agroalimentari e artigianali’. Un altro tassello è quello legato ai matrimoni degli italiani all’estero e degli italodiscendenti che ‘vogliono tornare a sposarsi in Italia’.

Nel corso della presentazione, la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha voluto porre l’attenzione sul fatto che ”essere italiani è il più grande regalo che abbiamo ricevuto” come dice lo slogan del video di presentazione del Turismo delle radici ‘e essere italiani all’estero è essere due volte italiani. Il ministero dell’Università e della ricerca è il ministero del futuro grazie alla forza delle radici. E’ solo attraverso il passato e la metabolizzazione e valorizazione del nostro straordinario patrimono culturale, artistico e scientifico che si ha il primo viatico per costruire il futuro’.

Un concetto quello del Turismo delle radici che secondo il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi dovrebbe continua a leggere sul sito di riferimento