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Calcio, Donnarumma e la rapina: “Ero impotente e legato”

AttualitàCalcio, Donnarumma e la rapina: "Ero impotente e legato"

Il racconto del portiere della Nazionale dopo la rapina

Roma, 22 lug. (askanews) – “Trovarsi alle tre di notte gente in casa all’improvviso penso che sia la sensazione peggiore che si possa provare”. E’ il racconto, a Libero, di Gigio Donnarumma, portiere della Nazionale e del Psg, legato in casa a Parigi con la compagna e derubato di ben 500 mila euro. Inevitabile lo shock. L’ex Milan è poi riuscito a salvarsi scappando dall’abitazione e rifugiandosi in un hotel di lusso presente nelle vicinanze. Sull’accaduto sta già indagando la polizia francese per capire di ricostruire esattamente la vicenda e fare luce sulle persone coinvolte. “Io sono stato immobilizzato e Alessia è stata costretta a consegnare tutto ciò che avevamo di prezioso – ha aggiunto Donnarumma -. Non posso entrare troppo nei dettagli, ci sono le indagini in corso. Abbiamo dovuto lasciare l’appartamento per permettere che venissero effettuati i sopralluoghi ed eseguire gli accertamenti utili alle indagini e ci siamo momentaneamente appoggiati in un hotel. La paura è stata tantissima, ma ancora di più era che potesse succedere qualcosa ad Alessia. Io ero impotente, legato, non potevo fare nulla. Poi io non mastico così bene il francese ed è stato difficile spiegare a quelle persone dove stessero tutte le cose. Ed era Alessia, ancora adesso spaventatissima, insieme a loro. Attimi veramente concitati e di profondo terrore, soprattutto paura per lei. Terrore che le potessero fare del male”.

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