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Europee, l’analisi: Meloni vuole unire la destra Ue ma maggioranza lontana

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Lorenzo Consoli (askanews Bruxelles) spiega gli scenari possibili

Roma, 5 giu. (askanews) – Lorenzo Consoli, corrispondente di askanews da Bruxelles, è il decano della stampa italiana nella capitale europea, dove è attivo dal 1986. A Bruxelles ha lavorato per lo stesso Europarlamento, è stato presidente dell’Association de la Presse Internationale (Api) dei corrispondenti a Bruxelles e ha insegnato corsi di Storia dell’Unione europea e Giornalismo europeo per il master dell’Institut des Hautes Etudes de Communications Sociales (Ihecs). Ci ha spiegato chi in concreto uscirà politicamente rafforzato in Europa dopo le elezioni e gli scenari possibili nelle alleanze politiche.”Gli equilibri sono basati sulla cosiddetta ‘maggioranza Ursula’”, spiega Consoli, “che prevede tre pilastri: il Partito popolare europeo (Ppe) che è e rimarrà il gruppo politico più forte del Parlamento europeo, i Socialisti e Democratici che sono il secondo gruppo e che dovrebbero mantenere la posizione anche se forse con qualche seggio in meno e i liberaldemocratici di Renew, che sono previsti in perdita invece di una ventina di seggi. Se si guarda allo sviluppo complessivo dei tre pilastri della maggioranza attuale si vede che dovrebbero perdere fra tutti e tre una trentina di seggi, forse qualcuno anche i popolari, ma insomma non è drammatico. Mentre la grande speranza della destra (e paura della sinistra), che ci sia un’ondata di destra vittoriosa in queste elezioni, secondo nessuno dei numerosissimi sondaggi fatti finora consentirebbe una maggioranza numerica di destra anche comprendendo l’estrema destra (Identità e Democrazia (Id), il gruppo in cui è la Lega, il Rassemblement National di Marine Le Pen e fino a poco tempo fa anche Alternative fuer Deutschland, il partito neonazista tedesco che è stato espulso per dichiarazioni imbarazzanti sulle SS nella Seconda Guerra Mondiale.”Sempre a destra ma più verso il centro c’è l’altro gruppo dei Conservatori e riformisti europei (Ecr) a cui appartiene Giorgia Meloni e il suo partito Fratelli d’Italia, anzi Meloni è la presidente di questo gruppo, ha la leadership di questo gruppo nonostante per ora non sia il partiuto numericamente maggiore, ma dopo queste elezioni secondo le proiezioni lo sarà.”Bisogna tenere conto che nel gruppo Ecr ci sono partiti anche molto più a destra di Fratelli d’Italia, come i portoghesi di Chega e i francesi di Reconquete, che starebbero ‘meglio’ nel gruppo più a destra, Id. Quindi non è facile considerare i Conservatori dell’Ecr come più ‘impresentabili’ rispetto a Id, perché se da un lato c’è Meloni, dentro ci sono partiti molto più a destra. D’altra parte la stessa Meloni non fa mistero della sua volontà di unire la destra, anche nella parte più estrema, con il Rassemblement National di Marine Le Pen che fra tre anni ha una buona probabilità di vincere le elezioni in Francia e andare al governo, adesso sono andati al potere gli olandesi del Partito della Libertà di Wilders, anche se in una coalizione, ebbene l’idea di unire tutti i partiti di destra in Europa che stanno partecipando al potere è un’idea che sta facendosi strada ed è portata proprio da Meloni”.

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