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Unlucky to Love You, l’ultimo film di Mauro John Capece

Video NewsUnlucky to Love You, l'ultimo film di Mauro John Capece

Il regista che crede in un cinema capace di far riflettere

Roma, 8 gen. (askanews) – L’ultimo film di Mauro John Capece, regista cinematografico, si intitola Unlucky to Love You, un lungometraggio che, disponibile di su Amazon Prime Video in esclusiva e visibile sia in Italia che negli Stati Uniti, vede come protagonisti Randall Paul, Corinna Coroneo, Fiorella Franco, Mara D’Alessandro e Gabriele Silvestrini: “Il film -spiega Capece- si avventura nello stile del cinema Indie Noir statunitense degli anni Quaranta, conferendo a questa opera un’atmosfera contemporanea e, nello stesso tempo, retrò, arricchita da una narrativa avvincente e da un’estetica vintage di grande suggestione. Il mio vuole essere insomma un omaggio alle origini del cinema, alle sue atmosfere e ai suoi suoni”.Quella di Capece, esperto di produzioni digitali e docente di direzione della fotografia all’Accademia di Belle Arti di Bari, è una carriera lunga 30 anni nel corso della quale ha lavorato, dopo varie esperienze negli States, con grandissime personalità del cinema italiano e mondiale, firmando ben otto lungometraggi: “I miei film -afferma- sono tutti culturali e seguono un percorso professionale ben preciso, con l’obiettivo di dare al grande schermo quella dignità che merita. Purtroppo in Italia, dopo decenni di tv spazzatura, abbiamo una produzione troppo nazional-popolare che spesso non lascia spazio alla riflessione e alla settima arte. Ed è per questo che, ahimè, i nostri film non vengono visti all’estero, dove invece ha trionfato, e non è un caso, La Grande bellezza di Paolo Sorrentino. Questo vuol dire che, quando al nostro indiscutibile estro si abbinano temi importanti, il successo è garantito”.Un cinema diverso quello offerto da Capece che, nei suoi film, ha sempre cercato di affrontare temi densi di dubbi e interrogativi: “Ne La scultura, ad esempio, racconto -dice ancora Capece- la vita di un’artista che, seppur talentuoso, non riesce a vivere del suo lavoro e che, per questo, decide di prostituirsi. La danza nera invece intreccia le storie di due personaggi, mettendo in luce il loro divario generazione e offrendo spunti di riflessioni sulla condizione in cui vive la politica attuale. Due esempi di come io intendo fare Cinema che non è solo spettacolo e che nulla a che fare con la televisione, come invece spesso si vuole fare intendere. Parafrasando Jean Luc Godard, non è un caso che la tv si vede guardando in basso, mentre un film lo si gusta guardando in alto”.

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