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Stellantis, Urso: 200mila auto a Mirafiori. Mele: Torino cuore pulsante

AttualitàStellantis, Urso: 200mila auto a Mirafiori. Mele: Torino cuore pulsante

Gruppo: Servono incentivi. Agire su costi lavoro ed energia

Milano, 3 apr. (askanews) – Torino con Mirafiori rimane il “cuore pulsante” di Stellantis, ma per aumentare la produttività dello storico stabilimento Fiat dove si realizzano 500 elettriche e Maserati, servono gli incentivi per l’elettrico e occorre lavorare sulla competitività del sito agendo su “fattori esterni”, come il costo del lavoro e dell’energia. E’ quanto sostenuto da Davide Mele responsabile Corporate Affairs di Stellantis in Italia all’incontro su Mirafiori al Mimit, la seconda riunione dedicata ai siti produttivi del gruppo a cui hanno partecipato anche le istituzioni locali (Regione Piemonte e Comune di Torino), Anfia e le organizzazioni sindacali.

Per il Ministro Urso a Mirafiori si devono produrre “almeno 200mila auto” per arrivare all’obiettivo condiviso con Stellantis di realizzare un milione di veicoli in Italia.

Mele ha spiegato che a Mirafiori si possono produrre fino a 100mila 500 elettriche l’anno e che Stellantis realizzerà il più grande progetto in Europa con l’Automotive Park entro il 2030. Secondo la Fim-Cisl nel 2023 a Mirafiori si sono prodotte 77mila 500 elettriche e circa 8mila Maserati per un totale di 85mila auto.

Per il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e per i sindacati, che hanno confermato lo sciopero unitario del 12 aprile, per arrivare a 200mila veicoli l’anno a Mirafiori serve un secondo modello di massa. Gli investimenti pari a 240 milioni di euro, fatti a Mirafiori per l’hub del riciclo e delle batterie e per la produzione di cambi elettrificati che impiegherà, secondo la Fim 500 addetti, “vanno bene, ma riteniamo che la sola 500 elettrica e le Maserati non siano sufficienti a saturare gli impianti e l’occupazione”, ha detto al Tavolo il segretario generale Fim-Cisl Ferdinando Uliano.

“Chiediamo un rilancio dello stabilimento che passa attraverso la produzione di nuovi modelli e l’assunzione di giovani. Senza questi punti il rischio è che tra sette anni Mirafiori chiuda per consunzione in quanto tutti gli addetti saranno in pensione. Questo determinerebbe l’ulteriore impoverimento di Torino”, ha detto Edi Lazzi, segretario generale della Fiom di Torino.

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