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Ucraina, domani a processo l’obiettore Yurii Sheliazhenko: rischia 5 anni

MondoUcraina, domani a processo l’obiettore Yurii Sheliazhenko: rischia 5 anni

ROMA – “Profondo disappunto e preoccupazione per le continue persecuzioni nei confronti degli attivisti per la pace e degli obiettori di coscienza, compresa l’incriminazione palesemente arbitraria di Yurii Sheliazhenko, segretario esecutivo del Movimento Pacifista Ucraino” viene espressa in un comunicato congiunto da una rete di organizzazioni della società civile, dall’Europa agli Stati Uniti, passando per l’Africa. Le organizzazioni firmatarie danno solidarietà alla vicenda di Sheliazhenko, membro del consiglio direttivo dell‘Ufficio europeo per l’obiezione di coscienza (Ebco), il cui processo è fissato per l’11 giugno 2024 alle 14.15 (ora di Kiev), presso il Tribunale Distrettuale di Pecherskyi della città di Kiev (caso n. 757/16536/24-k, giudice Oleg Bilotserkivets) e, fanno sapere ancora le organizzazioni, che potrebbe comportare una pena detentiva fino a cinque anni.

L’ACCUSA DELLA MAGISTRATURA: “GIUSTIFICA L’AGGRESSIONE RUSSA DELL’UCRAINA”

Sheliazhenko, continuano le organizzazioni, “ha subito una perquisizione nel suo appartamento il 3 agosto dello scorso anno, e da allora vive agli arresti domiciliari ripetutamente prorogati mentre è indagato dal Servizio di sicurezza ucraino. L’unica accusa che finora è stata resa pubblica nei suoi confronti è che una dichiarazione del settembre 2022 (‘Agenda di pace per l’Ucraina e il mondo’) da lui rilasciata a nome del Movimento pacifista ucraino ‘giustificava l’aggressione russa’, nonostante condannasse esplicitamente l’invasione e ogni tipo di guerra.

Il computer e lo suo smartphone di Sheliazhenko – si legge ancora- sono stati sequestrati e, nonostante una sentenza del Tribunale, non sono stati restituiti. L’ulteriore obiettivo di questa persecuzione nei confronti di un pacifista sembra essere quello di ostacolare la sua difesa del diritto di rifiutarsi di uccidere e la sua assistenza legale agli obiettori di coscienza”.

GLI OSTACOLI AL MOVIMENTO PACIFISTA UCRAINO

Continua la nota congiunta promossa dall’Ufficio europeo per l’obiezione di coscienza (Ebco): “Il ministero della Giustizia ucraino, in risposta a una lettera del Servizio di Sicurezza ucraino (che ha anche pubblicato un comunicato stampa in cui definisce Yurii ‘agitatore del nemico’), ha chiesto al Tribunale amministrativo della Regione di Kiev di proibire e sciogliere il Movimento Pacifista Ucraina, organizzazione membro sia dell’Ebco che della War Resisters’ International (Wri)”.

L’APPELLO: “L’OBIEZIONE DI COSCIENZA SIA CONDIZIONE PER L’ADESIONE DELL’UCRAINA ALL’UE”

Pertanto, le organizzazioni scriventi “esortano l’Unione Europea a garantire che il riconoscimento e la piena attuazione del diritto all’obiezione di coscienza, in quanto salvaguardia vitale dei valori e dei principi democratici in tempo di emergenza nazionale causata dall’aggressione russa, saranno considerare una condizione necessaria per l’adesione dell’Ucraina all’Ue durante i prossimi negoziati. Il diritto all’obiezione di coscienza è riconosciuto, tra l’altro, nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue all’articolo 10 – Libertà di pensiero, coscienza e religione.

GLI ORGANISMI FIRMATARI DELLA NOTA CONGIUNTA

Oltre all’ Ufficio europeo per l’obiezione di coscienza (Ebco), hanno sottoscritto la nota Borsa Internazionale della Riconciliazione (Ifor); War Resisters’ International (Wri); Connessione; Movimento pacifista ucraino (Ucraina); Movimento Internazionale della Riconciliazione (Mir Italia); Pressenza (Italia); Centro Internazionale di iniziative civili ‘Casa Nostra’ (Bielorussia); Giuristi democratici (Italia); Internationaler Versöhnungsbund, österreichischer Zweig (Austria); La Compagnia della Riconciliazione (Inghilterra e Scozia); Centro per la ricerca e l’educazione alla pace, Università di Klagenfurt (Austria); Center on Conscience & War (Stati Uniti); Borsa di studio pacifista anglicana (Regno Unito); Pax Christi (Italia); Lebenshaus Schwäbische Alb; Comunità per la giustizia sociale, la pace e l’ecologia; Fondazione BOCS per la Pianificazione della Civiltà (Ungheria); Vrede vzw (Belgio); Pace e Giustizia (Scozia); Fondazione per la Pace e lo Sviluppo-Africa – Pdf-Africa (Uganda); Un Ponte per (Italia); Kerk en Vrede (Olanda); Vredesactie (Belgio); Stop Wapenhandel (Olanda); Ev. Arbeitsgemeinschaft für Kriegsdienstverweigerung und Frieden – Eak (Germania); Aktionsgemeinschaft Dienst für den Frieden – Agdf (Germania); Ufficio internazionale per la pace – Ipb; Osservatorio sull’obiezione di coscienza (Turchia); Istituto per la Pace (Slovenia); Movimento Internazionale di Riconciliazione (Francia); Pax Christi (Germania); Ifor – Mir (Svizzera); Associazione Obiettori di Coscienza (Grecia); Pax Christi (Fiandre); PeaceLink (Italia).

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